Villa Fogazzaro Roi – FAI – Fondo Ambiente Italiano

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Esistono luoghi che sembrano rimasti fermi nel loro tempo, impermeabili al succedersi dei secoli e alle trasformazioni del territorio. Così accade a Oria, un piccolo borgo sulle rive comasche del Lago di Lugano, dove il ritmo sembra essere ancora quello ottocentesco che qui scandì buona parte della vita di Antonio Fogazzaro. Lo scrittore trascorse lunghi periodi nella Villa che oggi porta il suo nome e che gli fornì l’ispirazione per comporre e ambientare “Piccolo mondo antico”, il suo romanzo più conosciuto, pubblicato nel 1896. La stessa atmosfera intima e domestica che fa da cornice alla vicenda di Franco e Luisa Maironi è giunta inalterata fino a noi grazie al marchese Giuseppe Roi, pronipote dello scrittore, che a metà Novecento rinnovò e riallestì con gusto ogni ambiente prima di lasciare la casa al FAI perché alla sua morte non venisse snaturata. Ed è così che la suggestione letteraria aleggia ancora ovunque, dallo studio con i ricordi personali dello scrittore alla biblioteca, dal salone alla sala da pranzo, alla galleria affrescata fino alla darsena privata dove nel libro si consumò la tragica morte della piccola Ombretta. Il tutto è reso più scenografico da un incantevole giardino pensile che si affaccia su un panorama del Ceresio rimasto in buona parte selvatico, con il profumo intenso dell’olea fragrans che “diceva in un angolo la potenza delle cose gentili”. Pressoché inalterata dai tempi di Fogazzaro, la Villa è un viaggio a due binari in un piccolo mondo borghese di fine Ottocento, ambientato in un recondito angolo di Lombardia tanto amato da uno dei grandi protagonisti della nostra letteratura.
Gli interni, gli arredi e i cimeli di famiglia, che permettono di rievocare gli scenari ottocenteschi nei quali si muovono i protagonisti di “Piccolo…
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Per mantenerlo intatto e curarlo in modo adeguato, questo luogo – come tutti gli altri salvati dal FAI – necessita di un’attenta manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e periodici interventi di restauro. Inoltre, i costi di gestione che permettono l’apertura al pubblico sono significativi. Per questo abbiamo bisogno di un aiuto concreto da parte di chi, come noi, vuole mantenere vivi per sempre luoghi unici e speciali.
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