Che anno sarà il 2025 per il turismo nel Mendrisiotto e Basso Ceresio? La domanda è stata al centro dell’assemblea autunnale che si è tenuta ieri sera nella sala del Consiglio comunale di Stabio.
La risposta non è né semplice, né univoca. Ma a caratterizzarla vi è una componente preponderante: il 2025 sarà colmo di sfide. Tra quelle emerse nel corso degli interventi di chi si è succeduto al microfono, dal presidente dell’Organizzazione turistica regionale del Mendrisiotto e Basso Ceresio (OTRMB) Moreno Colombo, alla direttrice Nadia Fontana-Lupi, ve ne è anche una di cui forse questi attori sinora non avevano mai parlato. O almeno, non dandole tanta importanza. Non solo digitalizzazione e intelligenza artificiale rappresentano le grandi sfide con cui è confrontata l’OTR (e tutto il settore), bensì anche i cambiamenti climatici. «Siamo sempre più confrontati con temi legati ai cambiamenti climatici, che stanno modificando il comportamento di acquisto delle vacanze e influenzano l’attività di manutenzione dei sentieri», ha premesso Colombo. «La grande incognita con la quale si confronta il nostro settore è l’instabilità climatica e le conseguenti problematiche da gestire per riuscire a risultare reattivi e flessibili con lo scopo di adottare misure che neanche riusciamo a immaginare», gli ha fatto eco Fontana-Lupi.
Particolarmente confrontata con il tema è la squadra manutenzione sentieri. «Nel 2022 abbiamo avuto un clima particolarmente secco, nel 2023 una vegetazione rigogliosa e nel 2024 le condizioni continuano a variare – ha sottolineato il responsabile della squadra Martino Cattaneo –, la programmazione della manutenzione a lungo termine è sempre più difficile». Nel prossimo anno, ad esempio, gli interventi pianificati sono «importanti, di ringiovanimento delle strutture e miglioramento dei tracciati. L’auspicio è che il meteo risulti più stabile che negli anni precedenti e ci permetta di raggiungere questi obiettivi». Tra i sentieri nel mirino della squadra, se il meteo collaborerà, ci sono la ricostruzione del sentiero Roncapiano-Nadig (in collaborazione con il Cantone e AFOR), il tracciato Loì-Mulino del Daniello, La Grassa-Sassi-Monte, e Bonello-Arla-Uggine.
Un ruolo in questo ambito è quello dei volontari, che di loro iniziativa sistemano alcuni tratti di sentiero. Un aiuto «molto apprezzato che rende il nostro intervento più semplice e veloce», ha aggiunto Cattaneo, la cui squadra nel 2025 dedicherà tempo anche ai tracciati per mountain bike (soprattutto in zona Laveggio). In attesa che il progetto del San Giorgio si sblocchi.
Passando ad argomenti più classici quando si parla di turismo, a dominare tra le provenienze dei turisti che scelgono il Mendrisiotto ci sono (sempre) Svizzera, Germania e Italia (i visitatori dalla Cina sono invece in diminuzione). Sul tavolo di Mendrisiotto Turismo ci sono di conseguenza dei progetti dedicati a loro. Nel mercato germanico sono previste attività specifiche per avvicinare il pubblico giovane e orientato all’outdoor, ha spiegato la direttrice. Nel mercato italiano si cerca di attrarre «un’audience dinamica e in cerca di esperienze originali». Mentre per incuriosire i turisti svizzeri si punta sul Monte Generoso. Ma il Mendrisiotto è promosso (e proposto) anche come meta ideale per i gruppi leisure (dedicati allo svago) e business. Per loro sono pensati pacchetti che permettono di «divertirsi e consolidare i rapporti professionali e personali, scoprendo al contempo le tradizioni locali».
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